Orrido di Botri… il nome fa un po inorridire… eppure questa gola calcarea toscana (provincia di Lucca) è considerata da tanti il canyon più bello d’Europa.
Per me è stato stupendo, fosse anche solo perché per percorrerlo è necessario camminare con le scarpe da trekking dentro l’acqua. Che Goduria!!! Anche se l’acqua ammetto fosse gelida e di settembre l’aria all’interno del canyon non era proprio caldissima.
Immagino la libidine di chi l’ha percorso in pieno agosto quando le temperature fuori dall’Orrido erano incredibilmente elevate!
Insomma un toccasana d’estate che ovviamente d’inverno viene chiuso.
E così con l’elmetto giallo sulla testa, insieme a un gruppo di sconosciuti e a una guida fiorentina abbiamo chiesto la protezione all’inizio dell’ avventura toccando una pietra posta all’inizio del Sentiero.
Radunati attorno a quella pietra infatti la guida ha iniziato a raccontarci leggende che popolano quel percorso.
Fate, gnomi, elfi, diavolo, streghe… ce ne è per tutti i gusti.
Veleni e Pozioni
C’è anche una via chiamata la via delle streghe perché ricca di piante velenose tra cui la cicuta e la belladonna.
Certo che … anche nell’assegnare i nomi alle piante… vien proprio da ricordarsi che siamo in un cultura intrisa proprio di maschilismo e di paura degli uomini verso quelle creature così naturalmente femmine da averli partorirti. Viva gli uomini e viva le donne che cercano un equilibrio fra le parti in loro e che scardinano secoli di soprusi e dominazioni di un sesso sull’altro per trovare finalmente la pace fra i sessi e così dei sensi.
Meraviglioso sentir la guida ricordare che all’interno del veleno c’è sempre anche la pozione per curare il male. Mi ricordò una frase simile che taaanti anni or sono una cara ragazza mi regalò per ricordarmi che in ognuno di noi c’è la ferita ma c’è anche il medico che cura la ferita.
La natura lo insegna, è bello che le piante ce lo ricordino ed è importanti che delle guide sensibili colgano l’opportunità di un’escursione in natura per sottolinearlo, tra una battuta e l’altra e un “non camminate sopra i sassi ma nel letto del fiume che è più sicuro!!!” e l’altro…
Quello che uno fa poi con ciò che gli si dice, è la nostra storia. E inevitabilmente io son stata una di quelle che senza accorgermi una volta ho camminato sui sassi. Dura!
Fiducia e allenamento
Nel gruppo c’era anche un bimbo che non abituato evidentemente a escursioni in natura, nell’acqua, tra una pietra e l’altra penso che abbia vissuto l’orrido come qualcosa di veramente orribile. Concentrato a non cadere, non parlava quasi e trascinava il suo corpo non allenato mentre lottava a quanto pare dentro di se con la paura e la non fiducia in sé. Abituato, sembra, ai videogames si è ritrovato in questo strano gioco che è la vita, con il padre che silenziosamente lo spronava a godersela in modo più sano di quello che propongono gli schermi di computer, tv e telefonini.
Magari il livello di difficoltà dell’escursione non era quello più adatto al cucciolo non allenato ma l’intento del padre era sicuramente buono ed era commuovente il sostegno e l’incoraggiamento della guida che, soprattutto nel tragitto del rientro, non l’ha mollato un attimo sia tenendolo per mano, sia incoraggiandolo e infondendogli fiducia a ogni passo.
Avendo in auto le bolle di sapone da clown non ho potuto trattenermi dal regalargliele al termine del tragitto come premio per le sue fatiche da Ercole.
Bello vedere comunque che il gruppo non era irritato dai rallentamenti del bimbo ma accogliente e sostenente verso la difficoltà di chi più fragile e vulnerabile.
Assolutamente non scontato, soprattutto di questi tempi.
Nel bel mezzo del cammin di nostra Vita
Ringrazio l’entusiasmo della guida che ha trasmesso a me e ad altri del gruppo la curiosità di andare a visitare a pochi chilometri da lì un piccolo borghetto dal nome Montefegatesi, in cui pare aver vissuto due anni Dante Alighieri a cui hanno infatti dedicato una statua posta in un punto panoramico molto carino.
Un’escursione e due passi in quei luoghi dove pare Dante abbia tratto ispirazione per alcuni dei canti della Divina Commedia riportati su tegole e pietre in qua e in là tra una viuzza e l’altra del borgo e ringrazio per una giornata ricca di natura, sport, conoscenze, risate, cultura e riflessioni che arricchiscono il mio percorso.